lunedì 4 maggio 2009

Rendiconto narrativo


Scavalcare
Nell’atto di oltrepassare barriere metalliche, ponti, viadotti, fossi, accumuli di sabbia e spazzatura, siamo passati alla fase degli uomini raccoglitori.

Prima visione. Un’intricata foresta di bambù, in cui ci dimenavamo nella speranza di trovare un’ uscita, si rivela essere unicamente la testimonianza dell’abbandono degli orti e delle loro recinzioni. Da quella foresta prelevo una canna che servirà ora da guida, ora da lancia, ora da sostegno.
Poi la seconda visione. Un’oasi felice, un nuovo quartiere fatto di balconi rosa, anch’essi felici, di villette a due piani con le finestre verdi e l’intonaco giallo per ricordare le casette del lego, simbolo di un’infanzia felice.
Li troviamo dei cavi elettrici ricoperti di uno spesso strato isolante in plastica bianca. Da scarti di una società telefonica diventano ora corda, ora guinzaglio, ora collana.

Convinti dell’assoluta necessità di quegli oggetti nessuno di noi se n’è separato fino alla destinazione finale. La cosa buffa è che ci eravamo affezionati a quei detriti metropolitani.


MARGHERITA

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